RACCONTO (18 pagine) - FANTASCIENZA - Se creiamo automi sempre più simili all'uomo, non corriamo il rischio di renderli sempre più... imperfetti?Fin dall'antichità un sogno del genere umano è stato quello di poter costruire delle macchine in grado di servirlo. Macchine sempre più perfette e intelligenti, alle quali affidare i compiti più pesanti, più ripetitivi, ma anche da sostituire le persone in attività come la poesia o, perché no, il sesso. Ma quando la macchina diventa simile a un essere umano persino al livello dei sentimenti, come può interferire nella nostra vita? E sarà ancora così facile capire in cosa consista realmente la nostra umanità? Donato Altomare nasce a Molfetta nel 1951 e vi risiede. Laureato in Ingegneria Civile esercita la libera professione. Sposato, ha tre figli. Narratore, saggista, poeta, ha vinto due volte il Premio Urania di Mondadori e cinque volte il Premio Italia, e una volta il Premio della critica Ernesto Vegetti, oltre a molti altri premi per la narrativa e la poesia. Autore essenzialmente del fantastico. Numerosissime le sue antologie, i suoi romanzi e i suoi racconti editi in Italia e all'estero. Sono state tenute tesi di laurea su di lui. È l'attuale Presidente della World Science Fiction Italia, l'associazione degli operatori della fantascienza e del fantastico.