Nel 1945 usciva per i tipi di Edizioni Roma il libello Parole in Libertà, raccolta degli ultimi scritti dell’editore Angelo Fortunato Formiggini. A più di sessant’anni da quella significativa data, una nuova edizione critica riporta alla luce una pagina complessa della storia d’Italia e della vita di uno dei suoi protagonisti. Un libro teso e struggente, in cui speranza e disperazione si rincorrono fino all’estremo respiro: composto nei mesi convulsi che precedettero la morte – l’editore si suicidò nel 1938 in seguito alla promulgazione delle leggi razziali – Parole in Libertà è uno scritto pubblico e privato insieme, il bilancio di una vita amata e combattuta con eroicomico ardore fino alla fine. Un pamphlet contro il fascismo e contro la politica della razza, un ammonimento a tutti gli italiani, la decisione capitale presa per salvare gli ultimi relitti di un’attività geniale messa in ginocchio da vent’anni di dittatura: questa la trama visibile, dietro la quale si fa strada un intreccio più complesso, la cocente delusione di un uomo doppiamente tradito dal fascismo, un uomo che forse fino all’ultimo istante ha sperato nella redenzione del Duce.