Pier Paolo Pasolini è stato uno dei più lucidi, originali e poliedrici intellettuali del secondo dopoguerra e il massimo interprete della nuova Italia repubblicana. Espulso dal Pci a causa della sua omosessualità e della scarsa ortodossia, ha sempre saputo mantenersi libero e indipendente, guadagnandosi la fama di intellettuale scomodo per l’instancabile critica nei confronti della società borghese e del suo dio, il consumismo. Bersagliato da destra e da sinistra, è stato al centro di campagne diffamatorie e di denunce culminate in processi da caccia alle streghe. Un’esistenza, la sua, per molti versi sfrenata, drammatica, tormentata, condotta sempre pericolosamente e conclusasi nel più tragico dei modi. Quella di Trevisan è una biografia umana, spirituale e letteraria che si legge come un romanzo e che getta nuova luce sulla figura di un intellettuale inarrivabile per passione, coraggio e capacità di vedere negli avvenimenti presenti e futuri. Forse la voce di cui oggi si sente maggiormente la mancanza.