Da sempre la poesia cosiddetta religiosa, in tutte le diversificazioni e sfumature, rappresenta per i poeti un tremendo banco di prova, uno di quelli, cioè, in cui la piena riuscita è vicinissima al fallimento totale. Il perché è presto detto: il poeta che si cimenta con questi rischiosi moduli stilistici e tematici deve trovare nei propri versi un precario equilibrio fra l'espressione personale e un contenuto universale. in altri termini: la poesia religiosa coinvolge le più profonde e quindi mobili sfere della personalità e dell'affettività, ma al contempo deve confrontarsi con un contenuto fattuale che la fede dà per certo e su cui non ammette dubbi. L'ondeggiare del sentimento e il brancolare della ragione, che rappresentano i poli fra cui si muove il discorso di ogni poeta, e quindi le domande incessanti e drammatiche con cui egli si confronta, faticherebbero non poco a coniugarsi con la banale esternazione di una devozione religiosa a tratto fermo.