Nel corso degli anni, ognuno di noi ha immagazzinato nel naso e nella bocca, sapori e odori che rimandano a momenti vissuti, ricordi che la nostra memoria sensoriale fa riaffiorare ogni volta che ne reincontriamo il gusto. Per l'autore, a far da starter a questo meccanismo ci pensano il profumo d'anice del Pastis, tipico aperitivo alcolico Marsigliese, e l'aroma del caffè, il cui gusto rigorosamente amaro lo riporta alle serate insonni in compagnia di carta e penna. Pastis e Caffè è il primo libro di poesie di Jacopo Ocno. Si compone di due parti di cui la prima, Pastis, è composta da una serie di poesie che ha come tema l'amore in tutte le sue forme e fasi (come il Pastis, che si può bere diluito con acqua o "nature"), mentre la seconda, Caffè, da quelle scritte dall'autore durante le sue notti in bianco, amare, a tratti nevrotiche. Jacopo Ocno è un giovane autore mantovano, in cerca di se stesso da una decina d'anni. Inizia a scrivere per gioco, ispirato dal cantautorap di Dargen D'Amico e dalla poesia contemporanea di Neruda, ritrovandosi ben presto intrappolato in un vortice dal quale fatica ancora a uscire. I suoi maestri, oltre al già citato D'Amico, sono il portoghese Fernando Pessoa, l'immortale Jacques Prévert e il Chinaski di Bukowski, insieme agli inarrivabili Tondelli e Pinketts.