I capitoli di “Pelle di Seta”, delizioso romanzo d’esordio dell’autore, scorrono come pellicole di un film, di quelli che non danno la possibilità a chi guarda di essere distratti da qualsiasi altro tipo di pensiero, catturando l’attenzione e rimanendo col “fiato sospeso” fino all’ultima sequenza. Lo scritto narra le vicende di un ragazzo che, tra mille peripezie, dubbi, domande, diventa uomo; uno spaccato di vita descritto con spontaneità ma anche, a tratti, con ironia e “autoanalisi”. Fantasie, gioie, dispiaceri e scelte fanno da sfondo al romanzo mentre, al centro, vi è l’attaccamento ad una vita che, pur con le sue difficoltà e regole, non impedisce al protagonista di osare, rischiare e, quindi, imparare. È, infatti, la spiccata curiosità e il richiamo del rischio e della sfida a disegnare il sentiero del romanzo che, attraverso luoghi, vicissitudini ed eventi, conduce il lettore nei meridiani e paralleli dell’universo adolescenziale, fase tumultuosa della crescita dove si procede tentoni nella disperata ricerca di un “equilibrio” che possa in qualche modo dare dei punti di riferimento più solidi. Ed è un passaggio necessario, inevitabile, di sperimentazione, contraddizioni, di messa alla prova, di “errori” e scoperta che farà la storia del protagonista il quale si troverà, con la maturità di adulto, a raccontare l’accaduto ripercorrendone le tappe con le emozioni del ragazzo di ieri. L’amore, o la visione di esso, con la consapevolezza di non poterlo mai racchiudere in schemi o categorie definite, è narrato abilmente dall’autore che riesce a trasferire nel lettore le inquietudini interiori del protagonista. Il costante intreccio di riflessioni, divagazioni e “coincidenze” ricamate dalla mente del protagonista, rende il libro decisamente interessante. Già autore di poesie, con la sensibilità di chi ha dimestichezza nel far parlare i dissidi dell’anima, lo scrittore riesce ad imbastire una brillante storia dai tratti umani che ci accomunano nelle imperfezioni, ma ci rendono autenticamente veri. (dalla prefazione di Teresa Laterza)