Penny Wirton e sua madre è un romanzo breve scritto da Silvio D'Arzo (1920-1952). La narrazione è ambientata nel 1721 in Inghilterra e si apre con il maestro Supplente che vorrebbe punire Penny per la sua impudenza nel raccontare una storia inventata. Ma la madre del ragazzo mette al corrente il Supplente della veridicità della storia raccontata da Penny. La madre Anna aveva inventato un destino eroico per il defunto marito e padre di Penny. I racconti della madre Anna hanno lo scopo di mettere Penny al riparo dalla crudezza della realtà. Ma quando Penny scopre casualmente (cercando informazioni per il cantastorie Cieco) che il padre era solo un modesto sellaio, non sa sottrarsi alla realtà se non con la fuga. Ma le strade di Penny e sua madre si ricongiungeranno - attraverso momenti drammatici e non esenti da decisa condanna sociale per gli intrighi dei potenti - e con la raggiunta maggiore maturità Penny potrà accettare la propria realtà. L'intero lavoro comunica un insopprimibile anelito alla giustizia, individuando nel divario tra ricchi e poveri quella quasi insormontabile difficoltà che fin dalla più tenera infanzia viene sperimentata dal bimbo e spesso può essere solo subita. La tecnica narrativa di D'Arzo - che scrive il suo capolavoro Casa d'altri proprio contemporaneamente all'ultima stesura di Penny Wirton - è sempre di prim'ordine: il ritmo è insieme sciolto e serrato, le azioni di protagonisti e comprimari si svolgono in un quadro che lascia pochissimo spazio ai dettagli o alla descrizione degli ambienti.
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