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Le argomentazioni presentate in questo testo costituiscono le conclusioni ultime e definitive di un lavoro di ricerca, che ha investito l’insieme dei "Dialoghi Italiani", riuscendo a reperire ed a far emergere quello che pare il nucleo più profondo ed importante – il vero e proprio elevato fondamento – della speculazione bruniana: la presenza attiva di un concetto triadico teologico-politico – il "Padre", il "Figlio" e lo "Spirito" della tradizione trinitaria cristiana – però riformulato attraverso il capovolgimento rivoluzionario di questa stessa tradizione, attuato attraverso il concetto…mehr

Produktbeschreibung
Le argomentazioni presentate in questo testo costituiscono le conclusioni ultime e definitive di un lavoro di ricerca, che ha investito l’insieme dei "Dialoghi Italiani", riuscendo a reperire ed a far emergere quello che pare il nucleo più profondo ed importante – il vero e proprio elevato fondamento – della speculazione bruniana: la presenza attiva di un concetto triadico teologico-politico – il "Padre", il "Figlio" e lo "Spirito" della tradizione trinitaria cristiana – però riformulato attraverso il capovolgimento rivoluzionario di questa stessa tradizione, attuato attraverso il concetto creativo e dialettico dell’infinito. In questo modo la stessa tradizione platonica pare subire una trasformazione essenziale, abbandonando qualunque forma di alienazione e negazione, per riaprirsi invece verso soluzioni che paiono riprendere moniti ed osservazioni suscitati dalle prime, grandi e maestose, speculazioni dei filosofi presocratici. Talete, Anassimandro, Anassimene, Parmenide, Eraclito ed Empedocle sembrano rivivere nei testi bruniani, riproponendo una soluzione ben diversa a quei nodi e problemi teoretico-pratici – fondamentale il rapporto Uno-molti e tutto ciò che da esso consegue, sia sul piano naturale che politico – apparentemente risolti e codificati dal pensiero postsocratico, prima platonico e poi aristotelico. L’inscindibilità del principio di libertà (la figura teologica del "Padre") ed eguaglianza (il "Figlio"), attraverso il richiamo alla fonte amorosa infinita ed universale (lo "Spirito"), consente alla riflessione bruniana di presentare per la prima volta nel panorama filosofico mondiale di tutti i tempi la possibilità di salvaguardare sia l’aspetto creativo naturale, che la diversità politica, presentando nel contempo un concetto di ragione capace di esprimere un movimento infinito sempre aperto ed attento alla molteplicità. In questa liberazione della potenza e della volontà dalle strettoie ordinate e gerarchiche della tradizione il pensiero e la riflessione di Giordano Bruno danno inizio alla modernità, ripresentandosi quale mirabile soluzione ogni qual volta potere e violenza paiono assestarsi e reciprocamente incrementarsi, in un circolo apparentemente indistruttibile. Allora i capitoli di questo libro – attraverso l’analisi di concetti importanti nella filosofia bruniana, quali quelli del desiderio e dell’immaginazione, della materia e della ragione – riattraversano la storia della definizione filosofica delle entità reali più importanti – Dio, Natura, Ragione, Uno – per mostrare un’opposizione fondamentale: l’opposizione fra la fusione speculativa apportata dal pensiero neoplatonico-aristotelico (antico, moderno e contemporaneo), attenta alla difesa della necessità ordinata di un mondo unico, e la liberazione speculativo-pratica bruniana, attenta a far rivivere la coscienza dell’infinito, in noi e fuori di noi.