10,40 €
inkl. MwSt.
Sofort per Download lieferbar
payback
0 °P sammeln
  • Format: PDF

Quando Cioran annotava nei suoi Quaderni che i discepoli di Martin Buber si opponevano alla pubblicazione delle lettere inviate dallo scrittore all’amante, dopo aver conosciuto «l’amore… fisico proprio alla fine della sua vita», naturalmente non poteva immaginare che una situazione analoga si sarebbe ripetuta per lui stesso. In tarda età Cioran fu infatti travolto dalla passione per una giovane professoressa tedesca, Friedgard Thoma, al punto di scriverle: «Lei è diventata il centro della mia vita, la dea di uno che non crede in nulla, la più grande felicità e sventura che mi sia capitata».…mehr

Produktbeschreibung
Quando Cioran annotava nei suoi Quaderni che i discepoli di Martin Buber si opponevano alla pubblicazione delle lettere inviate dallo scrittore all’amante, dopo aver conosciuto «l’amore… fisico proprio alla fine della sua vita», naturalmente non poteva immaginare che una situazione analoga si sarebbe ripetuta per lui stesso. In tarda età Cioran fu infatti travolto dalla passione per una giovane professoressa tedesca, Friedgard Thoma, al punto di scriverle: «Lei è diventata il centro della mia vita, la dea di uno che non crede in nulla, la più grande felicità e sventura che mi sia capitata». Dopo la morte di Cioran, la Thoma raccolse in un libro le lettere dell’anziano filosofo, raccontò i loro incontri e narrò anche l’amicizia sorta con Simone Boué, la compagna di Cioran.Il libro ebbe apprezzamenti e critiche; subì persino un processo che ne vietò la stampa in Germania. Qualunque cosa se ne pensi, è certo che esso oggi costituisce una testimonianza, a cui – per parte nostra – non vorremmo rinunciare, forse perché non vorremmo rinunciare a credere che solo l’amore può salvare l’uomo, soprattutto se è giunto alle sorgenti del vuoto e al culmine della disperazione. «La sola cosa che possa salvare l’uomo è l’amore. E se molti hanno finito per trasformare in banalità quest’asserzione, è perché non hanno mai amato veramente» (Cioran, Al culmine della disperazione).