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Abbiamo riunito parti del nostro studio quarantennale, frutto specifico del lavoro dell’ultimo decennio del Novecento e dei primi anni del nuovo secolo, credendo di fare cosa utile a chi vuole conoscere il Primissimo Cristianesimo ed abbiamo dato le risultanze generali del nostro pensiero. Noi abbiamo voluto mostrare, nel parlare della cultura ebraica e della storicità di Gesù, per noi centrali nel lavoro di Storia del Cristianesimo, anche il pensiero di altri studiosi, protestanti e cattolici, per meglio evidenziare due elementi fondamentali, la specificità linguistica del giudaismo e la…mehr

Produktbeschreibung
Abbiamo riunito parti del nostro studio quarantennale, frutto specifico del lavoro dell’ultimo decennio del Novecento e dei primi anni del nuovo secolo, credendo di fare cosa utile a chi vuole conoscere il Primissimo Cristianesimo ed abbiamo dato le risultanze generali del nostro pensiero. Noi abbiamo voluto mostrare, nel parlare della cultura ebraica e della storicità di Gesù, per noi centrali nel lavoro di Storia del Cristianesimo, anche il pensiero di altri studiosi, protestanti e cattolici, per meglio evidenziare due elementi fondamentali, la specificità linguistica del giudaismo e la presenza di due regni (dei Cieli e di Dio), oltre alla vicenda di Christòs da porsi storicamente nel periodo tiberiano,connessa con la figura di Seiano, di Macrone e di Caligola, cosa mai esaminata dagli storici. Pensiamo che questa sia la novità del nostro lavoro, che si distingue da quello altrui, di norma, di parte, in quanto l’impostazione di base fideistica, non laica, comporta una lettura mista, di solito equivoca, come quella ebraica, che l’ha prodotta. Riteniamo che per di più il pensiero individuale sia molto condizionato dalla cultura dell’epoca di scrittura a seconda dell’indirizzo (illuminista, positivista, liberale, neorealista) in relazione alle correnti letterarie europee. Questi nostri modesti cenni all’opera di quanti con sacrificio, lavoro e perizia, hanno affrontato i tanti problemi, insiti nel Nuovo Testamento, non hanno valore critico e valutativo, anche se può sembrare, ma sono solo tentativi di collocazione propria, come volontà di trovare spazio specifico, e di dare peso ad un inserimento costruttivo per poter portare un qualche contributo con la nostra ricerca, anch’essa lunga e faticosa e per di più solitaria, con tutti i limiti di una coscienza aperta, non dogmatica. Noi, comunque, abbiamo coscienza di aver fatto un altro lavoro, differente da quello tradizionale, perché siamo svincolati dal credo e dalle impostazioni teologali, in quanto arriviamo al lavoro dal giudaismo di Filone alessandrino e da quello di Giuseppe Flavio, di cui siamo stati traduttori, seppure del tutto sconosciuti. Ma da tale lavoro ci è venuta una lezione nuova di ebraismo, diversa da quella tradizionale patristica, le cui risultanze si possono leggere in nota dei testi commentati e nelle prefazioni delle opere tradotte (cfr.De Joseph, In Flaccum, Legatio ad Gaium, Vita di Mosè, Vita di Abramo, Vita contemplativa, Quod omnis probus ecc, opere inedite cfr. angelofilipponi.com e cfr. I , XVIII libro di Antichità Giudaica, Ibidem). Abbiamo voluto mostrare, seppure succintamente e superficialmente, le problematiche delle varie scuole e dei differenti sistemi valutativi del Nuovo Testamento, ed abbiamo dialogato, contraddicendo le tesi, perfino, di papa Benedetto XVI, ed abbiamo dato le nostre risultanze, indicando un nuovo metodo, con diverso sistema di lettura e di valutazione storica.