Per molteplici ragioni Platone è «il più difficile interpretandum della storia della filosofia»: del suo pensiero, infatti, si sono date lungo i secoli le più diverse letture, partendo peraltro da impostazioni filosofiche radicalmente differenti tra loro. Consapevole di ciò e analizzando nel dettaglio la ponderosa monografia di Franz von Kutschera sulla filosofia di Platone, Vittorio Hösle si interroga sulla possibilità di un approccio sistematico e unitario nella lettura dei dialoghi. Alla base della sua proposta interpretativa vi sono le cosiddette «dottrine non scritte», che permettono di interpretare diversamente il rapporto fra oralità e scrittura, e un costante riferimento al complesso rapporto tra i testi e il problema della verità filosofica. Nel tentativo, quindi, di non sottrarsi alla non facile impresa di interpretare Platone, Hösle auspica che si possa arrivare a presentare «una esposizione sintetica di Platone che riassuma tutti i risultati delle ricerche che negli ultimi decenni gli sono stati dedicati».