Questo volume è il tentativo di tracciare una storia della legislazione artistica italiana, una storia lunga e accidentata che, tuttavia, vista nella sua complessità, ha la forza di dimostrare l’eccezionale ruolo svolto in questo campo dal nostro Paese, il primo al mondo che abbia fornito risposte e modelli necessari alla formulazione di una strutturata politica di tute-la dei beni culturali. Le origini di questa vicenda si rinvengono in singole norme volte alla difesa delle antichità, risalenti al Quattrocento e all’iniziativa di alcuni illuminati pontefici, per poi svilupparsi ed evolversi nel frammentario contesto politico e culturale dell’Italia preunitaria. Ma sarà ancora la nostra normativa nazionale, all’indomani dell’Unità, a riproporsi come riferimento internazionale, approdando a quel “capolavoro di civiltà e di sapienza giuridica” che è la Legge Bottai del 1939 e al riconoscimento della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale tra i principi fondanti della Costituzione. In seguito alle trasformazioni che le ragioni teoriche e lo stesso “statuto” dei beni culturali hanno subito negli ultimi decenni, è oggi necessario rivedere profondamente i criteri e i parametri di una griglia legislativa capace di adattarsi alle differenti sfaccettature e alla sostanza “sfuggente” della nostra più grande ricchezza. Una sfida che l’Italia ha il dovere di affrontare, superando le tante polemiche e i più accesi dibattiti, prima che sia troppo tardi.