Di tutto il vasto sistema concentrazionario nazista, il nome di Auschwitz risuona ancora oggi come il più sinistro e simbolico. Dopo la fine della guerra, alcuni dei pochi sopravvissuti affidarono alla carta il ricordo della loro tremenda esperienza: fra questi vi era l’italiano Bruno Piazza. Scritto subito dopo il ritorno in Italia, il presente memoriale descrive con tutta la crudezza di un linguaggio semplice e schietto il sistema di detenzione del campo polacco, le sue gerarchie, la vita quotidiana e la lotta per la sopravvivenza, non tanto con pretese letterarie quanto con l'obiettivo di tenere viva la memoria. Perché – come suggerisce lo stesso titolo scelto dall'autore – gli altri dimenticano.