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Questo saggio di Tolstoj del 1892 appartiene al periodo in cui il grande scrittore aveva rinnegato l'intera produzione letteraria della prima parte della sua vita – quella comprendente Guerra e pace e Anna Karénina, per intenderci – e aveva dedicato tutto sé stesso ad aiutare i poveri, i contadini, i bisognosi.
Il titolo originale del saggio è «Il primo gradino» ma, data l'attualità scottante del tema del vegetarianismo, ho preferito modificare nella versione italiana il titolo e mantenere l'originale come sottotitolo.
Il discorso del mangiare la carne è inserito nel quadro della
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Produktbeschreibung
Questo saggio di Tolstoj del 1892 appartiene al periodo in cui il grande scrittore aveva rinnegato l'intera produzione letteraria della prima parte della sua vita – quella comprendente Guerra e pace e Anna Karénina, per intenderci – e aveva dedicato tutto sé stesso ad aiutare i poveri, i contadini, i bisognosi.

Il titolo originale del saggio è «Il primo gradino» ma, data l'attualità scottante del tema del vegetarianismo, ho preferito modificare nella versione italiana il titolo e mantenere l'originale come sottotitolo.

Il discorso del mangiare la carne è inserito nel quadro della successione delle virtù per condurre una vita buona. Per questo motivo, le prime otto parti del saggio sono dedicate a tutti i vizi e alle cattive abitudini che abbiamo, e all'ipocrisia – diremmo oggi – dei sedicenti credenti che predicano bene e razzolano male, perché non riescono a padroneggiare le proprie pulsioni, essendo privi di autocontrollo.

I lettori interessati solo al discorso sul vegetarianismo possono, volendo, passare direttamente alla nona parte, intitolata «Visita al macello di Tula», e leggerla insieme alla decima e ultima. Se però, come penso anche io, le argomentazioni per convincere chi mangia la carne a smettere non sono mai abbastanza, vi consiglio di leggere dall'inizio perché Tolstoj è molto logico nella sua articolazione, ed è ancora più evidente, dopo avere letto le prime otto parti del saggio, quanto sia contraddittorio, incoerente e vergognoso mangiare la carne se si hanno semplicemente dei princìpi morali.

Non occorre essere né cristiani né religiosi per condividere l'argomentazione di Tolstoj. Anche un laico come il sottoscritto può giovarsi della profondità morale di questo testo, denso di potenziali citazioni adatte anche alla nostra era contemporanea, fatta di messaggi brevi marcati da tag.

Auguro a tutti noi che alla brevità di questi messaggi non corrispondano un'altrettanto breve memoria e un altrettanto rapido ragionamento. Buona lettura.