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Appunti di viaggio in Bolivia e nel Nord del Cile. Il taccuino, insostituibile compagno per l’io narrante, una intrepida vecchia ragazza europea , diviene testimone di incontri con persone, animali, spazi sconfinati, deserti e oceani, rovine di civiltà perdute. Dai piccoli caffè di Sucre, coi ritratti di Frida Khalo alle pareti e la musica di Cat Stevens in sottofondo, allo strano inverno, tropicale, d’altura di Tarabuco coi suoi micidiali traballanti bus stracolmi di passeggeri. Potosì sede della chiesa più antica della Bolivia, San Francesco, di mattoni impastati con la terra dell’altopiano,…mehr

Produktbeschreibung
Appunti di viaggio in Bolivia e nel Nord del Cile. Il taccuino, insostituibile compagno per l’io narrante, una intrepida vecchia ragazza europea, diviene testimone di incontri con persone, animali, spazi sconfinati, deserti e oceani, rovine di civiltà perdute.
Dai piccoli caffè di Sucre, coi ritratti di Frida Khalo alle pareti e la musica di Cat Stevens in sottofondo, allo strano inverno, tropicale, d’altura di Tarabuco coi suoi micidiali traballanti bus stracolmi di passeggeri. Potosì sede della chiesa più antica della Bolivia, San Francesco, di mattoni impastati con la terra dell’altopiano, dagli stessi colori caldi e bruciati e delle miniere di argento depredate dai conquistadores. La Paz e il mercato delle streghe, tra tutti i mercati dell’America Latina il più straordinario coi suoi remedios, talismani, misterios e incantesimi. Il lago Titicaca e i perros calientes, traduzione spagnola letterale di hot dog, giganteschi wurstel in panini di mais. E ancora Coroico nelle yungas, al confine con l’Amazzonia: forse un posto incantato? si chiede la viaggiatrice. Per arrivarci occorre percorrere una strada malefica che forse neppure esiste ed è solo la magia di una bruja dispettosa. E infine Arica, in Cile, con la sua Dogana vecchia, edificio liberty progettato da Eiffel, quello della torre di Parigi, nel 1874, quando Arica era ancora peruviana.
Al tempo stesso il viaggio si inoltra per i sentieri sconosciuti di una memoria collettiva, fatta di eventi storici e di leggende, di cruda realtà e di magia. Si va così delineando, al di là dei luoghi fisici, la mappa di una terra ignota: l’Amerindia, luogo altro e straniero, arcaico e tuttavia presente e vivo, anima vera di un intero continente.