La realtà a volte brucia. Dalla realtà spesso ci allontaniamo. Noi ci creiamo una nostra realtà che non ha nulla di reale. Riscoprire i rantoli del nostro esistere andando oltre i muri. Rinverdire amichevoli certezze che si riannodano dentro i nostri altipiani. Tutto è separazione sebbene tutto sia anima, tutto sembra stagnante mentre tutto canta. Solo cercandosi ci si lascia cadere nelle onde e cosi si nuota nella fiducia. E’ la nostra stessa vita ad essere vissuta da altri e da chissà chi nel mondo e crediamo di andarci a riprendere la vita viaggiando e dimenandoci. Provare invece a sostare nell’immanente silenzio del nostro esistere , perche no? Lasciamo risuonare in noi la sinfonia del nostro andare. Sacrifichiamo i nostro egoismi. Avvolgiamo la nostra esistenza di senso, per essere luminosi verità di noi stessi. Tutto è livellato. Tutto è grigio. Tutto è scontato. Ci rimane ripulire i petali di questa esistenza che scorre per scorgerne una logica refrattaria alle nostre coscienze sopite. Di fronte c’è una baia dove una conchiglia luccica e sembra disegnare i contorni di una visuale nitida che non sa di esserlo. Siamo chiamati per fare del mare che ci abita un porto sicuro per chi ci è vicino e per i lontani. E se a volte l’onda lunga dei nostri fallimenti prende il sopravvento , ricordiamo che ci siamo e che la vita è anche questa e noi grazie a Dio ne siamo totalmente immersi.