Esistono in natura fenomeni che noi non conosciamo affatto o che conosciamo soltanto imperfettamente. Ciò non significa, però, che essi non sussistano. Negarli aprioristicamente, ciecamente, per puro spirito di negazione o, peggio, per quella sorta di ignoranza ringhiosa che non vuole essere istruita, varrebbe negare, solo perché non ce ne siamo fatta una visione personale, le onde elettriche e la radio,
Questo assurdo ha avuto, specie nel secolo passato, i suoi banditori ed i suoi profeti. Negatori per ragionamento, escludevano dal campo della loro indagine tutto ciò che non cadesse sotto il diretto controllo dei sensi o, almeno, di quei « sensi potenziati » che sono gli strumenti inventati dall’uomo per allargare il campo della sua sensibilità. Costoro si chiamarono materialisti.
Secondo i concetti materialisti ogni cosa nell’Universo è Materia o Energia. Ogni cosa, perciò, cade sotto il controllo dei sensi e degli strumenti. Il Sole manda calore e luce, un oggetto abbandonato a se stesso dalla finestra del quinto piano cade, certi delicatissimi strumenti captano emissioni elettriche nelle altissime regioni dell’atmosfera; dunque il sole, la gravitazione, i raggi cosmici esistono.
Il materialista non va più in là. Uomini di pur grande valore scientifico, come il Lombroso del quale diremo più innanzi, idolatri del metodo sperimentale, limitarono l’Universo alle sole manifestazioni sensibili. Che non fossero percepibili certe particolari manifestazioni della Vita solo perché ci mancavano gli strumenti adatti a percepirli non contava. Ciò bastava ad escludere decisamente dal campo scientifico ed a relegare in quello della ciarlataneria alcune manifestazioni che trascendevano la capacità umana di comprendere e di controllare. Coloro che avevano messo sul frontone del Tempio elevato alla Scienza la condanna del dogma (si chiama in filosofia dogma ogni verità che si dà per ammessa e per provata) s’erano resi schiavi a loro volta di un altro dogma: a furia di spalancare gli occhi per cercare la verità avevano finito per non vedere la verità che respirava intorno a loro. Verità esoterica, oscura, incerta, non per suo difetto, ma per difetto dei mezzi dei quali gli uomini dispongono e che non sono adatti a rivelarla.
Questo volumetto non è e non vuole essere un trattato di Spiritismo, nel senso che si attribuisce comunemente a questa parola né può, nonché affermare una verità che appare ancora molto oscura per essere espressa, neppure formulare una ipotesi. Si limiterà piuttosto a registrare fatti: provati e probabili, esaminati con quella serenità di giudizio che gli uomini — quelli di Scienza e gli altri — non dovrebbero mai escludere, durante le loro ricerche, spesso difficili e penose, nel campo tutt’altro che seminato di rose che è la Conoscenza.
Questo assurdo ha avuto, specie nel secolo passato, i suoi banditori ed i suoi profeti. Negatori per ragionamento, escludevano dal campo della loro indagine tutto ciò che non cadesse sotto il diretto controllo dei sensi o, almeno, di quei « sensi potenziati » che sono gli strumenti inventati dall’uomo per allargare il campo della sua sensibilità. Costoro si chiamarono materialisti.
Secondo i concetti materialisti ogni cosa nell’Universo è Materia o Energia. Ogni cosa, perciò, cade sotto il controllo dei sensi e degli strumenti. Il Sole manda calore e luce, un oggetto abbandonato a se stesso dalla finestra del quinto piano cade, certi delicatissimi strumenti captano emissioni elettriche nelle altissime regioni dell’atmosfera; dunque il sole, la gravitazione, i raggi cosmici esistono.
Il materialista non va più in là. Uomini di pur grande valore scientifico, come il Lombroso del quale diremo più innanzi, idolatri del metodo sperimentale, limitarono l’Universo alle sole manifestazioni sensibili. Che non fossero percepibili certe particolari manifestazioni della Vita solo perché ci mancavano gli strumenti adatti a percepirli non contava. Ciò bastava ad escludere decisamente dal campo scientifico ed a relegare in quello della ciarlataneria alcune manifestazioni che trascendevano la capacità umana di comprendere e di controllare. Coloro che avevano messo sul frontone del Tempio elevato alla Scienza la condanna del dogma (si chiama in filosofia dogma ogni verità che si dà per ammessa e per provata) s’erano resi schiavi a loro volta di un altro dogma: a furia di spalancare gli occhi per cercare la verità avevano finito per non vedere la verità che respirava intorno a loro. Verità esoterica, oscura, incerta, non per suo difetto, ma per difetto dei mezzi dei quali gli uomini dispongono e che non sono adatti a rivelarla.
Questo volumetto non è e non vuole essere un trattato di Spiritismo, nel senso che si attribuisce comunemente a questa parola né può, nonché affermare una verità che appare ancora molto oscura per essere espressa, neppure formulare una ipotesi. Si limiterà piuttosto a registrare fatti: provati e probabili, esaminati con quella serenità di giudizio che gli uomini — quelli di Scienza e gli altri — non dovrebbero mai escludere, durante le loro ricerche, spesso difficili e penose, nel campo tutt’altro che seminato di rose che è la Conoscenza.