Il libro si sviluppa a episodi indipendenti, leggibili singolarmente, collegati a una storia comune. Pandino nasce negli anni '60 di una Milano post boom economico, crescendo tra le case popolari, le crepe che il quartiere non riesce a togliersi e tutto ciò che la strada può insegnare. Le cose iniziano a cambiare una volta con il trasloco da Quarto Oggiaro alle case gescal della Bicocca, dove Pandino inizia a maturare, ad affrontare, non senza difficoltà e con l'aiuto del fratello Guido, le minacce nascoste tra quei palazzi grigi di una Milano di piombo. Tra i pochi svaghi offertogli sono le vacanze dal nonno materno e dei suoi racconti picareschi, storie di vita e morte, di guerra e rivoluzione, amori passati e bravate giovanili. La svolta arriva con l'iscrizione alla Scuola Casearia durante l'adolescenza spesa tra formaggi e rocambolesche sventure. Adattarsi a quell'odore acido, il primo grande passo. Integrarsi in un nuovo gruppo l'altro. Tra corse per il paese, donne da gonne corte, ciabatte lanciate da finestre, fughe ed escamotage per party fuori dal castello-collegio, biciclettate tra i campi e la nebbia, il teatro, caccie grosse nel buio della notte e il sudore sul pallone da calcio. In gita scolastica a zonzo per l'Europa come una band in tour: Zurigo, Strasburgo, Bruxelles, Amsterdam, Francoforte. Una volta rientrato affronta il diploma e il dolore di dover lasciare quelle mura che grondavano ricordi e sogni sul futuro. Affronta il ritorno a casa, il travagliato rapporto con i cattolici e i loro "riti", l'esame del fratello, la trasformazione di Milano dal piombo allo Champagne degli yuppies fino alla Romagna felliniana e un assaggio di amore. Poi arriva il futuro che gli si prospetta davanti, forse lontano dai guai, prossimo all'età adulta.