Educatori per un mondo nuovo
In questo Poema è raccontata la storia vera, bella ed avvincente di una colonia di recupero per ragazzi sbandati e di uomo che facendo leva solo sulla sua ferma
convinzione, riguadagna alla vita quei giovani ormai ritenuti perduti per la società.
Il suo impegno riguarda la natura umana e la sue possibilità di essere buona o cattiva a seconda del volgere non di quello che veniva definito Fato, ma dell’azione e della volontà di chi ha responsabilità nello svelare il potenziale positivo che gli eventi possono aver nascosto nell’uomo.
L’azione del Poema si svolge in Ucraina, una delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, a pochi anni dalla Rivoluzione di Ottobre.
Makarenko, convinto comunista, sente che è necessario recuperare alla Patria Sovietica quel patrimonio che ne rappresenta il futuro e si dedica a questa impresa con completa dedizione.
Egli vuole educare la gioventù, non solo, ma ha anche un obiettivo e un traguardo preciso: la creazione dell’uomo nuovo sovietico che deve essere onesto, onorato, lavoratore ed inserito pienamente nel collettivo della società comunista, pronto ad ubbidire ma anche a comandare e ad assumere le responsabilità necessarie all’avanzata di tutta la collettività, impegnando le sue qualità personali solo per realizzare questo avanzamento e non per suo tornaconto.
Il Poema descrive questa impresa.
L’azione di Makarenko si concretizza in una colonia, la Colonia Gor’kij, dove accoglie ragazzi inviategli dalle Autorità o presentatesi spontaneamente. Dopo una fase iniziale di organizzazione in cui stabilisce una disciplina accettata dai colonisti e li avvia al lavoro agricolo, crea i reparti, nuclei di giovani specializzati in lavori particolari, che affida alla responsabilità dei comandanti.
Già il titolo con la definizione dell’opera come “Poema” ci indica che Makarenko tratterà l’argomento con il respiro e la grandiosità di un grande affresco i cui personaggi descrivono una avventura che ha le caratteristiche del poema epico, cavalleresco, storico, ma essenzialmente e profondamente pedagogico.
Makarenko è indiscutibilmente epico e, come altri grandi educatori come don Milani o Alexander Neil, sono dei sognatori con i piedi per terra, perché hanno Fede e ripongono fiducia nei loro Credi. Sono uomini di Fede, assertori del messaggio originale nelle sue essenziali applicazioni. Ed è inevitabile che si scontrino con la Fede diventata burocrazia, che tenta di cancellarli per far salve le ragioni di stato, salvo poi riabilitarli, quando si ritiene che non potranno più fare danno alla istituzionalizzazione della Fede.
La lezione che lasciano questi uomini profetici, coraggiosi, giusti e limpidi è semplice e complessa allo stesso tempo.
Chiunque abbia buon senso e un poco di amore può dare tanto a chi ne ha bisogno, ma allo stesso tempo l’amore non basta, serve anche una visione pratica, educativamente fondata, determinata e lungimirante ed una sopportazione da eroi.
In questo Poema è raccontata la storia vera, bella ed avvincente di una colonia di recupero per ragazzi sbandati e di uomo che facendo leva solo sulla sua ferma
convinzione, riguadagna alla vita quei giovani ormai ritenuti perduti per la società.
Il suo impegno riguarda la natura umana e la sue possibilità di essere buona o cattiva a seconda del volgere non di quello che veniva definito Fato, ma dell’azione e della volontà di chi ha responsabilità nello svelare il potenziale positivo che gli eventi possono aver nascosto nell’uomo.
L’azione del Poema si svolge in Ucraina, una delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, a pochi anni dalla Rivoluzione di Ottobre.
Makarenko, convinto comunista, sente che è necessario recuperare alla Patria Sovietica quel patrimonio che ne rappresenta il futuro e si dedica a questa impresa con completa dedizione.
Egli vuole educare la gioventù, non solo, ma ha anche un obiettivo e un traguardo preciso: la creazione dell’uomo nuovo sovietico che deve essere onesto, onorato, lavoratore ed inserito pienamente nel collettivo della società comunista, pronto ad ubbidire ma anche a comandare e ad assumere le responsabilità necessarie all’avanzata di tutta la collettività, impegnando le sue qualità personali solo per realizzare questo avanzamento e non per suo tornaconto.
Il Poema descrive questa impresa.
L’azione di Makarenko si concretizza in una colonia, la Colonia Gor’kij, dove accoglie ragazzi inviategli dalle Autorità o presentatesi spontaneamente. Dopo una fase iniziale di organizzazione in cui stabilisce una disciplina accettata dai colonisti e li avvia al lavoro agricolo, crea i reparti, nuclei di giovani specializzati in lavori particolari, che affida alla responsabilità dei comandanti.
Già il titolo con la definizione dell’opera come “Poema” ci indica che Makarenko tratterà l’argomento con il respiro e la grandiosità di un grande affresco i cui personaggi descrivono una avventura che ha le caratteristiche del poema epico, cavalleresco, storico, ma essenzialmente e profondamente pedagogico.
Makarenko è indiscutibilmente epico e, come altri grandi educatori come don Milani o Alexander Neil, sono dei sognatori con i piedi per terra, perché hanno Fede e ripongono fiducia nei loro Credi. Sono uomini di Fede, assertori del messaggio originale nelle sue essenziali applicazioni. Ed è inevitabile che si scontrino con la Fede diventata burocrazia, che tenta di cancellarli per far salve le ragioni di stato, salvo poi riabilitarli, quando si ritiene che non potranno più fare danno alla istituzionalizzazione della Fede.
La lezione che lasciano questi uomini profetici, coraggiosi, giusti e limpidi è semplice e complessa allo stesso tempo.
Chiunque abbia buon senso e un poco di amore può dare tanto a chi ne ha bisogno, ma allo stesso tempo l’amore non basta, serve anche una visione pratica, educativamente fondata, determinata e lungimirante ed una sopportazione da eroi.