Introduzione di Alessandro Bausani Traduzione integrale di Girolamo Mancuso Gitanjali e Il Giardiniere raccolgono i versi con i quali Rabindranath Tagore scelse di farsi conoscere in Europa. Ricco di evocazioni e di affascinanti armonie, il linguaggio del poeta indiano giunge a noi occidentali come un’eco di situazioni profonde dell’anima. Prendono corpo in questi versi le immagini lontane d’una cultura antichissima, ora intrecciate ai motivi venuti dall’Occidente, ora immutate nella purezza della loro secolare e altera staticità. La tecnica sapiente e la raffinata cultura di cui i versi di Tagore sono il definitivo, elegante prodotto, hanno il potere di caricare ogni singolo elemento poetico di un particolarissimo alone di suggestione, di sottile e malioso incanto. «Su queste piccole mani Scendono i tuoi doni infiniti. Passano le età, e tu continui a versare, e ancora c’è spazio da riempire.» Rabindranath Tagore è stato il poeta e filosofo indiano che ha fatto conoscere e apprezzare in Occidente la grande spiritualità del suo Paese. Nato nel 1861 da una famiglia nobile, a sedici anni fu inviato a studiare in Inghilterra, dove rimase tre anni. Già famosissimo in India, la sua notorietà si diffuse in Europa nel 1913, quando pubblicò, tradotte in inglese da lui stesso, le due raccolte di versi Gitanjali e Il Giardiniere. Subito apprezzato dai grandi poeti come W. B. Yeats e Ezra Pound, fu insignito in quello stesso anno del premio Nobel per la letteratura. Di Tagore la Newton Compton ha pubblicato Poesie d'amore e Poesie. Gitanjali - Il giardiniere.