Sepolti in parti remote della mente riemergono a volte nella forma del verso reperti di dolore, paura ma anche sollievo e conforto. Le parole arrivano solitamente al risveglio, come fossero stralci fluttuanti degli ultimi sogni notturni, appena prima di aprire gli occhi. Per alcuni di questi componimenti è sorta naturale l’intuizione di avvicinarli a immagini scelte, quasi inconsapevolmente, tra le migliaia scattate nell’arco di una vita. Bianco e nero, le immagini come le parole, fatte di inchiostro nero sulla carta bianca. Un dialogo a due voci, sul perdersi, il ritrovarsi, la memoria e il compimento finale del viaggio.