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La poesia è una forma totalmente personale come la vita. È un’intimità delle cose che attraversa l’anima e la mente, facendosi sillabare dalla metrica del cuore “ il mio cuore messo a nudo Charles Baudelaire”. Questa mia quarta raccolta di liriche nasce dopo vent’anni che non scrivevo più poesie. Il passaggio temporale e infinito dalla giovinezza alla vecchiaia, dove la memoria con le sue immagini come in uno specchio riflesso fa scorrere il tempo perduto e ritrovato, il tempo fuggito in quel vuoto del cosmo che si perde nell’infinito “Giacomo Leopardi”. Questa mia raccolta oltre a riprendere…mehr

Produktbeschreibung
La poesia è una forma totalmente personale come la vita. È un’intimità delle cose che attraversa l’anima e la mente, facendosi sillabare dalla metrica del cuore “ il mio cuore messo a nudo Charles Baudelaire”. Questa mia quarta raccolta di liriche nasce dopo vent’anni che non scrivevo più poesie. Il passaggio temporale e infinito dalla giovinezza alla vecchiaia, dove la memoria con le sue immagini come in uno specchio riflesso fa scorrere il tempo perduto e ritrovato, il tempo fuggito in quel vuoto del cosmo che si perde nell’infinito “Giacomo Leopardi”. Questa mia raccolta oltre a riprendere la tela dei versi rifacendosi alle “odi barbare di Giosuè Carducci”, rivisitando una metrica che si perde nell’oscurità del tempo, ridando spazio alla sonorità del verso Italiano e al suo canto (Giuseppe Ungaretti); dopo che Andrea Zanzotto con la vocalità del verso e la particolarità del ritmo delle sue tre raccolte di liriche “Dietro il paesaggio, Vocativo e IX Ecloghe - le mie IX Elegie sono dedicate a lui”, decise di lasciare il canto e il ritmo Italiano per scrivere una poesia che con la nostra tradizione aveva poco a che fare, poesia che io definisco “Dodecafonica”. Ora il recupero nel nostro canto è un recupero della lingua italiana ciò che (Pier Paolo Pasolini) chiamava la poesia sublime che si perde nell’eterno e l’uomo ritrova la parte più epica e più bella della sua esistenza.