Sempre più spesso si usano Amare e Amore con lo stesso significato di senso, in una forma tanto vaga, che al fine coincidono. Ma per Amare s’intende «Sentire e dimostrare amore per qualcuno, nelle varie accezioni che può avere la parola amore»; pertanto amare è azione a definire l’oggetto d’azione, ossia l’amore. Il quale, a sua volta, si può intendere come un'ampia varietà di sentimenti e atteggiamenti differenti, che possono spaziare da una forma più generale d’affetto, sino a riferirsi a un forte sentimento che si esprime in attrazione interpersonale ed attaccamento. Quindi Amare è azione di definire qualcosa e Amore è la definizione di quel agire. Non sono sullo stesso piano e nemmeno di ugual significato. Usare Amore come azione che si manifesta in un sentimento è far coincidere il soggetto con l’oggetto, cioè identità di chi sente con l’oggetto del sentire. È cioè come l’emozione di sentirsi amato da se stesso. Un amor proprio, potremmo ipotizzare. Ma amore per se stesso non è azione perché non mostra un agire ma solamente il semplice «sentire» su di sé il proprio sentimento. È uno stato sterile, perché se amore è oggetto di azione, qui manca il soggetto che agisce su «altro» da sé. Ma un soggetto è tale se si contrappone ad un altro, ossia ad un oggetto. Per contro, invece, il soggetto può sentire sentimento come azione, amando il proprio stesso sentire: e siamo al «Amare l’Amare». Può esserci, però, un’altra determinazione: Amare l’Amore. Ossia il soggetto muove azione verso l’oggetto determinato. E molto più chiaramente siamo al «Amare l’amarTi», ossia «io amo il sentimento che ama Te». Ma il «Te» dell’amore è ulteriore azione di determinazione, perché è scelta e definizione precisa. Il Te è Tu e nessun altro. E qui siamo al «Ti amo», che non ammette risposta, perché è grido d’aiuto. Il «Te» assolutizza quell’amore in qualcosa che dandosi non ammette nessun’altra cosa oltre se stessa. È Essenza, pertanto.