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Pompei e le sue rovine, Vol. 2 (eBook, ePUB) - Ambrogio Curti, Pier
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Gran parte della vita publica erano nell’orbe romano, massime al tempo de’ Cesari, i Teatri. Quando si consideri che solo in questa, elegante sì, ma piccola città di Pompei vi fossero due teatri, il comico e il tragico ed un anfiteatro, tutti di tanta capacità, si può avere una prova abbastanza conveniente di questa asserzione, ed un’altra poi se ne avrà ancora nel fatto che non si fosse paghi di uno spettacolo solo al giorno, ma se ne volesse a tutte l’ore di esso, e s’egli è vero quel che taluni pretesero e che io ho pur riferito, che i Pompejani fossero stati sopraggiunti dal loro estremo…mehr

Produktbeschreibung
Gran parte della vita publica erano nell’orbe romano, massime al tempo de’ Cesari, i Teatri.
Quando si consideri che solo in questa, elegante sì, ma piccola città di Pompei vi fossero due teatri, il comico e il tragico ed un anfiteatro, tutti di tanta capacità, si può avere una prova abbastanza conveniente di questa asserzione, ed un’altra poi se ne avrà ancora nel fatto che non si fosse paghi di uno spettacolo solo al giorno, ma se ne volesse a tutte l’ore di esso, e s’egli è vero quel che taluni pretesero e che io ho pur riferito, che i Pompejani fossero stati sopraggiunti dal loro estremo disastro nell’anfiteatro, sappiamo allora che dovesse essere circa l’ora meridiana.
Non fu detto però a torto che il popolo non vivesse che di pane e di spettacoli, panem et circenses, e ognun s’avvede che qui sotto il generico nome di giuochi del circo s’abbiano ad intendere ben anco gli scenici ludi.
Una ragione più alta aveva contribuito a radicare profondamente nell’animo di tutti la passione e nelle consuetudini generali la frequenza de’ teatrali spettacoli, — la religione: — perocchè rimontandosene alle origini si trovi, per testimonianza di Tito Livio, che nella epidemia, onde fu Roma afflitta nel 390 di sua fondazione, la collera celeste serbandosi inesorabile alle continue supplicazioni, si fosse ricorso alle sceniche rappresentazioni, in cui attori erano commedianti etruschi, detti nella loro lingua istrioni, i quali trattavano artifiziosamente a suon di flauto e gestendo senza parole. Fra i Romani stessi sorsero subito dopo imitatori; i giuochi scenici attecchirono e vennero per ciò considerati non come un semplice passatempo soltanto, chè per tali non si ebbero che gli spettacoli del circo, ma come una vera istituzione civile e sacerdotale.