Opera prima di Dostoevskij, "Povera gente" è un breve romanzo epistolare che lo scrittore russo iniziò nel 1844, all'età 23 anni, e pubblicò nel 1846 dopo numerose riscritture.
Makar, oscuro impiegato statale di quasi cinquant'anni, e Varvara, una giovane orfana che a stento si guadagna da vivere con modesti lavori di cucito, pur abitando nello stesso caseggiato – le finestre delle loro stanze danno sullo stesso cortile interno e ognuno può vedere quella dell'altro – intrattengono un'amichevole corrispondenza che durerà alcuni mesi, fino al giorno in cui la povertà e una salute sempre più cagionevole inducono Varvara ad accettare la proposta di matrimonio di un ricco possidente.
La partenza di Varvara getta Makar nella disperazione. Già in questo suo primo romanzo, Dostoevskij dà vita al suo "piccolo uomo", uno dei temi conduttori nella letteratura russa del XIX secolo. Makar Devuškin si colloca infatti accanto a Samson Vyrin, del Mastro di posta puškiniano, o ad Akakij Akakievič, protagonista del Cappotto di Gogol, i suoi due illustri predecessori. È l'uomo di umili origini, che occupa i gradi inferiori della scala sociale. Un "uomo senza qualità", mite e di buon cuore. Antieroe che si contrappone all'eroe della letteratura romantica.
Makar, oscuro impiegato statale di quasi cinquant'anni, e Varvara, una giovane orfana che a stento si guadagna da vivere con modesti lavori di cucito, pur abitando nello stesso caseggiato – le finestre delle loro stanze danno sullo stesso cortile interno e ognuno può vedere quella dell'altro – intrattengono un'amichevole corrispondenza che durerà alcuni mesi, fino al giorno in cui la povertà e una salute sempre più cagionevole inducono Varvara ad accettare la proposta di matrimonio di un ricco possidente.
La partenza di Varvara getta Makar nella disperazione. Già in questo suo primo romanzo, Dostoevskij dà vita al suo "piccolo uomo", uno dei temi conduttori nella letteratura russa del XIX secolo. Makar Devuškin si colloca infatti accanto a Samson Vyrin, del Mastro di posta puškiniano, o ad Akakij Akakievič, protagonista del Cappotto di Gogol, i suoi due illustri predecessori. È l'uomo di umili origini, che occupa i gradi inferiori della scala sociale. Un "uomo senza qualità", mite e di buon cuore. Antieroe che si contrappone all'eroe della letteratura romantica.