È un treno in corsa il vero protagonista di questa storia. Un elemento “portante”, come ama definirlo l’autore, che dà al personaggio principale, Zac, l’occasione di fermarsi a riflettere. Su questo treno, il viaggio viene percepito come un tempo, in cui i vagoni sono le esperienze, i passeggeri gli incontri, i paesaggi gli svariati momenti della vita e le lettere i ricordi. Adesso però, guardando fuori da quel finestrino, quelle parole hanno un sapore diverso, nuovo. I paesaggi cambiano repentinamente e, lungo quei binari, addolciscono il ricongiungimento tra passato e presente che in qualche modo diventano l’uno il guaritore dell’altro. E così via, dalle coltivazioni miste della Virginia alle industrie casearie del nord est, dalla cintura di mais del Missouri ai campi di grano del Kansas, dai pascoli del New Mexico ai deserti dell’Arizona, dai dolci Appalachi alle aspre vette delle Montagne Rocciose, verso gli abissi e le altitudini, nella penombra e nella luce, verso la California… senza accorgersi che il futuro è già un passato sepolto.