Cosa hanno in comune Flora, sfacciata prostituta messinese, e Debora, casta e pudica figlia di Levi Nashi, ricco mercante ebreo? Apparentemente niente, sennonché si ritrovano inesorabilmente a vivere gli avvenimenti della loro epoca; è il fatidico 1492!
È ancora gennaio quando al palazzo dei Nashi si presentano Orazio e Tommaso Rossavilla, zio e nipote, inviati per risolvere un problema di proprietà e debiti non corrisposti. La discussione si protrae nei mesi e ad un certo punto Tommaso ha la discutibile idea di proporre un’alleanza chiedendo di poter sposare Debora. In realtà si tratta di una scommessa, con la quale Tommaso vuole manifestare il suo disprezzo per un popolo, quello degli ebrei, ritenuto spregiudicato e venale: “Chissà se son più caste le donne dei giudei o più avari i loro uomini…”
Il vecchio Levi tentenna, ma poi acconsente, certo che si tratti solo di una provocazione. Debora è però promessa a Shalomò Bonavoglia, il migliore degli agenti di suo padre, disposto a tutto pur di chiudere a suo vantaggio l’affare con i Rossavilla… a tutto, eccetto dar via la sua amata.
È aprile e al bordello si presenta una vecchia conoscenza di Flora. Si tratta di Clemente, uomo a metà strada tra il saio e la spada… un essere crudele, tanto con lei quanto con la gente che finisce sotto il suo morboso interesse; egli è infatti uno zelante promotore dell’inquisizione di tipo spagnolo, ai suoi prodromi in Sicilia.
Don Clemente crede di trovare in Flora una donna a lui succube, com’è sempre stato… tuttavia qualcosa è cambiato durante la sua ultima assenza: Flora ha conosciuto l’amore di Orazio, un sentimento sincero, ed ora intende cambiare vita.
È giugno e sui domini dei sovrani di Spagna si abbatte senza preavviso una tempesta di enorme portata, capace di stravolgere le società dei popoli loro soggetti. Isabella e Ferdinando hanno infatti decretato che tutti gli ebrei presenti sulle loro terre debbano convertirsi o andarsene entro tre mesi, pena la morte. Le scelte che adesso Levi Nashi, la dolce Debora e il suo Shalomò dovranno prendere, faranno parte del mutamento di un’epoca che non concede più spazio ai diversi.
È ancora gennaio quando al palazzo dei Nashi si presentano Orazio e Tommaso Rossavilla, zio e nipote, inviati per risolvere un problema di proprietà e debiti non corrisposti. La discussione si protrae nei mesi e ad un certo punto Tommaso ha la discutibile idea di proporre un’alleanza chiedendo di poter sposare Debora. In realtà si tratta di una scommessa, con la quale Tommaso vuole manifestare il suo disprezzo per un popolo, quello degli ebrei, ritenuto spregiudicato e venale: “Chissà se son più caste le donne dei giudei o più avari i loro uomini…”
Il vecchio Levi tentenna, ma poi acconsente, certo che si tratti solo di una provocazione. Debora è però promessa a Shalomò Bonavoglia, il migliore degli agenti di suo padre, disposto a tutto pur di chiudere a suo vantaggio l’affare con i Rossavilla… a tutto, eccetto dar via la sua amata.
È aprile e al bordello si presenta una vecchia conoscenza di Flora. Si tratta di Clemente, uomo a metà strada tra il saio e la spada… un essere crudele, tanto con lei quanto con la gente che finisce sotto il suo morboso interesse; egli è infatti uno zelante promotore dell’inquisizione di tipo spagnolo, ai suoi prodromi in Sicilia.
Don Clemente crede di trovare in Flora una donna a lui succube, com’è sempre stato… tuttavia qualcosa è cambiato durante la sua ultima assenza: Flora ha conosciuto l’amore di Orazio, un sentimento sincero, ed ora intende cambiare vita.
È giugno e sui domini dei sovrani di Spagna si abbatte senza preavviso una tempesta di enorme portata, capace di stravolgere le società dei popoli loro soggetti. Isabella e Ferdinando hanno infatti decretato che tutti gli ebrei presenti sulle loro terre debbano convertirsi o andarsene entro tre mesi, pena la morte. Le scelte che adesso Levi Nashi, la dolce Debora e il suo Shalomò dovranno prendere, faranno parte del mutamento di un’epoca che non concede più spazio ai diversi.