Perugia, 1961 – 2019. Le trame del destino compiono una parabola di quasi sessant’anni per intrecciarsi nelle vite di Costanza, Sofia, Filippo, Pietro e Roberto, attori principali di questo romanzo corale. Legati a doppio filo alle sorti del CineMuse, luogo storico di aggregazione della città, i personaggi si alternano e si raccontano manovrati inconsapevolmente dalle circostanze irrisolte di un passato condiviso. Incapaci di reagire al rimorso, al dolore della perdita e già rassegnati a trascinarsi verso un futuro senza sorprese, i protagonisti si muoveranno in bilico tra la difficoltà di cambiare e il desiderio di farlo, come in un eterno perpetuarsi del momento che precede la proiezione di un film: l’attimo prima del buio in sala, quello in cui si è sospesi tra l’attesa che la pellicola cominci e il desiderio perverso che lo spettacolo ritardi ancora. Eppure sarà ancora la stessa sorte, che aveva incatenato ciascuna di queste esistenze al dramma dell’altra, a intervenire di nuovo e concedere loro un’altra occasione. Ma sarà possibile spegnere una volta per tutte le luci sul passato e assistere a un altro film, quello della vita che verrà? In un racconto che attraversa decenni di storia del cinema e in cui il jazz fa da colonna sonora, si dà voce all’alfabeto dei rimpianti per le occasioni perdute, mentre le note avvolgenti del sax suonano l’amarezza inquieta delle mancanze ma anche l’entusiasmo fragile dei nuovi inizi.