Evet è una pseudo-umana, fa parte di uno stock di ottanta cloni destinati alla prostituzione. Simile a ogni altra donna, ha delle caratteristiche genetiche che la rendono... molto piacevole nell’intimità. Negli ultimi mesi è stata sull’asteroide minerario Uruk, il posto più duro della galassia o quasi. Quando la miniera viene visitata da un membro dell’Assemblea Evet non sa che la sua vita sta per cambiare. Ason Rodray è un post-umano, un essere dall’aspetto inquietante, trasformato per il suo ruolo, che sta ancora piangendo la propria umanità. Noleggia Evet per una sera, ma le cose non vanno come previsto... e il loro incontro sarà solo l’inizio di una storia di intrighi politici, lotta ai pregiudizi e passione.
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«Potreste sedervi sul letto» disse. «Penserò io a tutto».
Il post-umano obbedì, docile.
Evet si inchinò ai suoi piedi e gli sfilò gli stivali. Poi si rialzò e si avvicinò ancora, Si tirò lentamente su l’orlo della lunga veste bianca, sottile e impalpabile, fino a scoprirsi le cosce. Avanzò ancora, allargando le gambe e restando in piedi davanti a lui, con il seno vicino al suo viso. «Volete aiutarmi a spogliarmi?» chiese.
Ason Rodray la guardò dal basso verso l’alto. Non sembrava molto convinto.
Le posò le mani sull’esterno delle cosce, in alto, quasi accanto al sedere. «Che cos’hai di diverso?».
Evet rise sottovoce, maliziosa. «Dovreste accorgervene da solo tra poco, eccellenza».
Rodray spostò una mano, infilandola sotto al vestito di lei. La appoggiò a coppa sul suo sesso. Se fu stupito di trovarlo nudo non lo diede a vedere. La solleticò con le dita. Si portò la mano al naso e annusò una volta. «Roba tua?» chiese.
Evet deglutì. Era... strano. «Sì, eccellenza. Devo essere felice di essere con lei».
Rodray inarcò un sopracciglio e le rivolse un sorriso un po’ sarcastico. «Devi essere geneticamente modificata, piuttosto».
Lei si strinse nelle spalle. Non era particolarmente felice di quell’esame. Non le piaceva che le ricordassero che era stata progettata per dare piacere ai maschi di tutte le specie.
Ma Rodray sembrava incuriosito. Le sfiorò un capezzolo al di sopra del vestito e lo osservò indurirsi all’istante. «Anche questo, mh?».
Evet annuì, sperando che la smettesse.
Rodray si allungò verso di lei e iniziò a succhiarle un capezzolo attraverso la veste. La mordicchiò delicatamente ed Evet pensò bene di sospirare.
«Ti piace?» chiese lui.
«Oh, sì, eccellenza» miagolò lei.
Lui sbuffò. «Quindi “no”. Sono solo curioso. Non...» Si fermò, cercando le parole migliori. «Sei così bella che per me non cambia nulla, capisci? Ed è una vita che non sto con una donna».
Le infilò di nuovo una mano sotto al vestito. Questa volta la penetrò con un dito. Evet non sapeva se gemere oppure no. Nel dubbio gemette di piacere. Lo strinse, massaggiandogli gradevolmente il dito.
Rodray sorrise. «Wow».
CONTIENE SCENE ESPLICITE - CONSIGLIATO A UN PUBBLICO ADULTO
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«Potreste sedervi sul letto» disse. «Penserò io a tutto».
Il post-umano obbedì, docile.
Evet si inchinò ai suoi piedi e gli sfilò gli stivali. Poi si rialzò e si avvicinò ancora, Si tirò lentamente su l’orlo della lunga veste bianca, sottile e impalpabile, fino a scoprirsi le cosce. Avanzò ancora, allargando le gambe e restando in piedi davanti a lui, con il seno vicino al suo viso. «Volete aiutarmi a spogliarmi?» chiese.
Ason Rodray la guardò dal basso verso l’alto. Non sembrava molto convinto.
Le posò le mani sull’esterno delle cosce, in alto, quasi accanto al sedere. «Che cos’hai di diverso?».
Evet rise sottovoce, maliziosa. «Dovreste accorgervene da solo tra poco, eccellenza».
Rodray spostò una mano, infilandola sotto al vestito di lei. La appoggiò a coppa sul suo sesso. Se fu stupito di trovarlo nudo non lo diede a vedere. La solleticò con le dita. Si portò la mano al naso e annusò una volta. «Roba tua?» chiese.
Evet deglutì. Era... strano. «Sì, eccellenza. Devo essere felice di essere con lei».
Rodray inarcò un sopracciglio e le rivolse un sorriso un po’ sarcastico. «Devi essere geneticamente modificata, piuttosto».
Lei si strinse nelle spalle. Non era particolarmente felice di quell’esame. Non le piaceva che le ricordassero che era stata progettata per dare piacere ai maschi di tutte le specie.
Ma Rodray sembrava incuriosito. Le sfiorò un capezzolo al di sopra del vestito e lo osservò indurirsi all’istante. «Anche questo, mh?».
Evet annuì, sperando che la smettesse.
Rodray si allungò verso di lei e iniziò a succhiarle un capezzolo attraverso la veste. La mordicchiò delicatamente ed Evet pensò bene di sospirare.
«Ti piace?» chiese lui.
«Oh, sì, eccellenza» miagolò lei.
Lui sbuffò. «Quindi “no”. Sono solo curioso. Non...» Si fermò, cercando le parole migliori. «Sei così bella che per me non cambia nulla, capisci? Ed è una vita che non sto con una donna».
Le infilò di nuovo una mano sotto al vestito. Questa volta la penetrò con un dito. Evet non sapeva se gemere oppure no. Nel dubbio gemette di piacere. Lo strinse, massaggiandogli gradevolmente il dito.
Rodray sorrise. «Wow».
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