Il periodo degli anni sessanta in Olanda è caratterizzato politicamente da un rigido compromesso tra le diverse forze religiose, economiche e sociali del paese, un sistema definito Zuilen, ovvero dei Quattro Pilastri che sono Capitale, Sindacato, Cattolici e Protestanti.
Nel giugno 1965 i Provos, annunciando l’uscita del loro giornale, pubblicavano il loro manifesto programmatico:
PROVO è un foglio mensile per anarchici, provos, beatniks, nottambuli, arrotini, avanzi di galera, semplici simoni stiliti, maghi, pacifisti, mangiatori di patatine fritte, ciarlatani, filosofi, portatori di germi, stallieri reali, esibizionisti, vegetariani, sindacalisti, babbi natale, maestri d’asilo, agitatori, piromani, assistenti dell’assistente, gente che si gratta e sifilitici, polizia segreta e altra plebaglia del genere.
Il movimento diede vita ad una rivoluzione che “non aveva nessun motivo concreto per protestare”, citando le parole di Aad Nuis, docente universitario che studiò il fenomeno. La risposta sta nel fatto che, in un paese come l’Olanda, considerato un’oasi di benessere e tranquillità, si sentì il bisogno di cancellare o, quantomeno, di mettere in crisi, l’esistenza stessa di questo ordine precostituito.
Nel giugno 1965 i Provos, annunciando l’uscita del loro giornale, pubblicavano il loro manifesto programmatico:
PROVO è un foglio mensile per anarchici, provos, beatniks, nottambuli, arrotini, avanzi di galera, semplici simoni stiliti, maghi, pacifisti, mangiatori di patatine fritte, ciarlatani, filosofi, portatori di germi, stallieri reali, esibizionisti, vegetariani, sindacalisti, babbi natale, maestri d’asilo, agitatori, piromani, assistenti dell’assistente, gente che si gratta e sifilitici, polizia segreta e altra plebaglia del genere.
Il movimento diede vita ad una rivoluzione che “non aveva nessun motivo concreto per protestare”, citando le parole di Aad Nuis, docente universitario che studiò il fenomeno. La risposta sta nel fatto che, in un paese come l’Olanda, considerato un’oasi di benessere e tranquillità, si sentì il bisogno di cancellare o, quantomeno, di mettere in crisi, l’esistenza stessa di questo ordine precostituito.