La seconda cantica del poema dantesco, il secondo dei mondi dell’aldilà: il Purgatorio. Una montagna altissima che si eleva verso l’alto, come la voragine infernale sprofonda negli abissi. Il regno della speranza, come l’Inferno è quello della disperazione. La luce ritrovata e il tempo di nuovo scandito dal sorgere e dal tramontare del Sole, contrapposti al buio e alla fissità eterna della dannazione. La sofferenza di pene non meno terribili di quelle delle anime perdute per sempre, ma una serenità di fondo che dipende dalla consapevolezza che tali orrori un giorno finiranno. Questa l’atmosfera in cui si muovono, proseguendo il loro viaggio, Dante e Virgilio. E, ancora una volta, il lavoro di Luciano Corona, la sua “riscrittura interpretativa” semplice e di immediata comprensione, ci permette di seguire il poeta e la sua guida nella scalata al monte della purificazione. Leggeremo così di teneri affetti e di tragedie volutamente taciute, di grandi superbie e di grandi umiltà, di ricordi delicati e di infuocate invettive. Incontreremo uomini che rinunciarono alla vita in nome della libertà e donne che rinnegano l’odio di cui pure in vita furono imbevute e sommi artisti consci della propria pochezza e amici che si ritrovano e che rivivono la bellezza del loro reciproco affetto. Vedremo magiche albe e sovrumani bassorilievi, anime ridotte all’osso dalla fame e altre contente di essere nel fuoco, sogni profetici e grandiose processioni allegoriche, animali fantastici e giganti, femmine che del vizio sono l’emblema e donne che della virtù sono l’essenza. Finché arriveremo nel Paradiso terrestre e alla visione di colei che, per Dante, fu passione e amore e salvezza: Beatrice. All'interno - come in tutti i volumi Fermento - gli "Indicatori" per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.