Basilicata, “isola felice”. Così era definita la regione per marcare una diversità con quelle confinanti o vicine: Puglia, Campania, Calabria; una distinzione che suonava come una presa di distanza. Al riparo di questo luogo comune poteva accadere di tutto, perché nessuno se ne accorgeva oppure, ammesso che se ne accorgesse, non ne avrebbe parlato per evitare di sfregiare quel mito, di infrangere le luccicanti vetrine di quella consolante affabulazione sulla realtà regionale incontaminata e impenetrabile alle aggressioni esterne.
Il libro di Marcello Cozzi ci dice cosa è accaduto, e perché è accaduto, all’ombra di quell’isola felice. Lo dice raccontando un’infinità di storie che lui ha raccolto direttamente dai protagonisti o che ha ricavato leggendo gli atti giudiziari e quelli della Commissione parlamentare, o che provengono dalla consultazione di tanti articoli della stampa locale. Fonti importanti, di prima mano, che consentono la ricostruzione di uno scenario criminale che mutava e si trasformava di continuo.
Dalla Prefazione di Francesco Forgione
Il libro di Marcello Cozzi ci dice cosa è accaduto, e perché è accaduto, all’ombra di quell’isola felice. Lo dice raccontando un’infinità di storie che lui ha raccolto direttamente dai protagonisti o che ha ricavato leggendo gli atti giudiziari e quelli della Commissione parlamentare, o che provengono dalla consultazione di tanti articoli della stampa locale. Fonti importanti, di prima mano, che consentono la ricostruzione di uno scenario criminale che mutava e si trasformava di continuo.
Dalla Prefazione di Francesco Forgione