Il protagonista di “Quando la pioggia corre” non ha nome. Potrebbe essere il tredicenne che ognuno di noi è stato. Il motivo che lo spinge a lasciare la sua casa, il suo mondo, il suo paese, il suo migliore amico Fra, lui non lo ricorda più. Porta con sé solo il suo strumento di salvezza, la sua inseparabile tromba e qualche risparmio, lasciandosi alle spalle un posto nero, dove cade solo pioggia. A chi gli chiede dove andrà, risponde che raggiungerà il fratello di sua madre in Francia, anche se sa benissimo che le probabilità di incontrarlo sul proprio cammino sono praticamente nulle. Quello che vuole è soltanto andarsene. Ciò che non si aspetterà mai è di trovare una Wonderland insperata, un paese dei balocchi dove le cose brutte non accadono, e soprattutto non piove mai. Ben presto però quel paradiso si dissolverà come un sogno e il ragazzino scoprirà a proprie spese che non esiste un'isola felice dove splende sempre il sole. Un viaggio magico e doloroso negli angoli più bui degli istinti umani, per accorgersi che da se stessi è impossibile fuggire.