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Monterosso dorme, piove appena. Un chiosco con vista mare rimbomba di musica in uno degli ultimi giorni d’estate. Scirocco a dieci nodi, sabbia negli occhi e un paio di ciottoli incastrati dentro la scarpa destra. Io e Lele eravamo lì, distesi sulla sabbia bagnata. Aveva bisogno di parlare, glielo leggevi negli occhi, ma non lo potevo sapere ancora. Mi avrebbe raccontato un anno della sua vita, tutto in una notte: la sua famiglia, i Baleri, il cortile sotto casa, le monotone giornate e la sorpresa che non ti aspetti; la magia del Natale, la finale della Juve nel ’96; Milano che ha paura ma…mehr

Produktbeschreibung
Monterosso dorme, piove appena. Un chiosco con vista mare rimbomba di musica in uno degli ultimi giorni d’estate. Scirocco a dieci nodi, sabbia negli occhi e un paio di ciottoli incastrati dentro la scarpa destra. Io e Lele eravamo lì, distesi sulla sabbia bagnata. Aveva bisogno di parlare, glielo leggevi negli occhi, ma non lo potevo sapere ancora. Mi avrebbe raccontato un anno della sua vita, tutto in una notte: la sua famiglia, i Baleri, il cortile sotto casa, le monotone giornate e la sorpresa che non ti aspetti; la magia del Natale, la finale della Juve nel ’96; Milano che ha paura ma resta una signora, l’azienda di famiglia, la sua storia e quei tessuti nati da un sogno naufrago dal secondo dopoguerra. E suo padre, gli brillavano gli occhi quando parlava di lui: del suo eroe in giacca e cravatta, accanito fumatore e bevitore di caffè, l’unica medusa che più che galleggiare, in quel mare di vite ci nuotava con classe. E poi lo stallo, il declino, le vertigini di una caduta libera. Piangevano dentro, i Baleri, ma da fuori sembrava tutto perfetto. La verità la covavano nelle viscere più interne delle proprie anime mentre quel loro mondo stava scomparendo inghiottito dal tempo. Ma gli attimi infiniti, i ricordi e le confessioni, quelli erano l’unica salvezza, la forza e il coraggio di vivere davvero. Lele glielo chiedeva spesso al padre, quando sarebbe stato grande, lui non rispose mai. Piansi tanto quella notte e ripensai a me, che fumavo guardando il mare e ogni tanto mi schiaffeggiava una raffica di vento. Pensai a quella notte in cui il tempo, dopo aver corso per un anno della sua vita, si era fermato per il gran finale e con lui l’Hublot di Lele.