QUESTO LIBRO È A LAYOUT FISSO
Rapito dall’ISIS e condannato alla decapitazione, Bünyanim Aygün racconta la prigionia, gli orrori, le ripetute minacce vissute in quei quaranta interminabili giorni:
“Sapevo che, in nessun modo sarei riuscito a farli desistere da una condanna ch’essi reputavano, nelle loro menti esaltate, assolutamente giusta e necessaria; alla costruzione di un mondo malato, che, per qualche assurda ragione, ritenevano perfetto. La violenza era per loro l’unica via percorribile, per dimostrare a tutti la fondatezza di una fede, di un ideale che in nessun altro modo riuscivano a esprimere”.
Una testimonianza unica sul modo di agire del gruppo terroristico che da anni minaccia l’intera civiltà. Durante la sua prigionia, Aygün, sottoposto a protratte sedute di indottrinamento, ebbe la possibilità, più unica che rara, di ascoltare il punto di vista dei più fanatici militanti, le loro aspirazioni al martirio, il totale affidamento a un’imminente giorno del giudizio che, condannati gli infedeli, avrebbe concesso a loro, e loro soltanto, di sedere al fianco di Allah.
“In ogni conflitto risorge la primitiva legge della sopravvivenza:’Uccidere o essere uccisi’, seminando ovunque morte e distruzione. Quale presunzione di santità ha la pretesa nascondersi dietro tutto questo? Può forse un Dio, qualsiasi sia il suo nome, avallare una simile catastrofe?”.
Bünyamin Aygün ha iniziato la sua carriera come fotografo e giornalista a Trabzon, nella regione settentrionale della Turchia.
Ha lavorato come reporter per di-versi quotidiani tra cui Günaydın, Hürriyet, Türkiye and Ihlas News Agency, Hürriyet News Agency, Dogan News Agency.
Tra i suoi scritti, si ricorda il romanzo Ash: The Real Life Story of A Martyr (2011).
Rapito dall’ISIS e condannato alla decapitazione, Bünyanim Aygün racconta la prigionia, gli orrori, le ripetute minacce vissute in quei quaranta interminabili giorni:
“Sapevo che, in nessun modo sarei riuscito a farli desistere da una condanna ch’essi reputavano, nelle loro menti esaltate, assolutamente giusta e necessaria; alla costruzione di un mondo malato, che, per qualche assurda ragione, ritenevano perfetto. La violenza era per loro l’unica via percorribile, per dimostrare a tutti la fondatezza di una fede, di un ideale che in nessun altro modo riuscivano a esprimere”.
Una testimonianza unica sul modo di agire del gruppo terroristico che da anni minaccia l’intera civiltà. Durante la sua prigionia, Aygün, sottoposto a protratte sedute di indottrinamento, ebbe la possibilità, più unica che rara, di ascoltare il punto di vista dei più fanatici militanti, le loro aspirazioni al martirio, il totale affidamento a un’imminente giorno del giudizio che, condannati gli infedeli, avrebbe concesso a loro, e loro soltanto, di sedere al fianco di Allah.
“In ogni conflitto risorge la primitiva legge della sopravvivenza:’Uccidere o essere uccisi’, seminando ovunque morte e distruzione. Quale presunzione di santità ha la pretesa nascondersi dietro tutto questo? Può forse un Dio, qualsiasi sia il suo nome, avallare una simile catastrofe?”.
Bünyamin Aygün ha iniziato la sua carriera come fotografo e giornalista a Trabzon, nella regione settentrionale della Turchia.
Ha lavorato come reporter per di-versi quotidiani tra cui Günaydın, Hürriyet, Türkiye and Ihlas News Agency, Hürriyet News Agency, Dogan News Agency.
Tra i suoi scritti, si ricorda il romanzo Ash: The Real Life Story of A Martyr (2011).