La vita non mi ha concesso il grande privilegio di camminare accanto a mio padre e di aggrapparmi alla sua mano quando ne avevo maggiore necessità. Sono troppo pochi dodici anni per soddisfare la propria fame di padre. Come pochi possono essere anche cento anni per affermare di essere sazio dell’affetto di un genitore. Mio padre mi è venuto a mancare troppo presto, quando maggiormente gli adolescenti hanno bisogno di sentire una voce amica, sicura, identificabile, fare da guida ai puledri che intravedono gli orizzonti del possibile aprirsi ai loro sogni.