Definirei il breve racconto di Mara Novelli il “rimpianto” (alla latina “desiderium”). Il rimpianto in sé e per sé, non il rimpianto di qualcosa. Una storia, questa, che possiede uno stile essenziale che non concede nulla all’ornamento inutile, non si perde in divagazioni oziose. Lo stesso stile che sta dietro le sue poesie. Quando individua un argomento, l’Autrice lo pone al centro dei suoi pensieri e lo conduce con fine lucidità, come in queste delicate e struggenti pagine. (Claudio Cazzola)