Questo testo è un contributo alla conoscenza e lettura critica della dittatura comunista in Romania, anche con documenti inediti del tribunale di Sibiu. È un argomento poco trattato in Italia, anche perché parte ingente dei contributi storiografici non sono tradotti e restano rinchiusi negli stretti vincoli della loro lingua madre e degli archivi di Stato della Romania. La ricostruzione qui presentata parte dal punto di vista di coloro che si trovarono in Romania e che hanno condiviso una difficile cammino identitario: scrittori, poeti, sacerdoti, presunti o veri appartenenti al Movimento di Resistenza Nazionale, nonché i numerosi figli dello Stato, testimoni questi ultimi spesso passivi e inermi, ma che hanno pagato il pesante saldo della politica delle nascite voluta dal Governo Socialista. Siamo innanzi a un saggio-racconto, in cui la Grande Storia è qui solo una carta orientativa grazie alla quale il lettore ritrova i caratteri del totalitarismo, ma integrati dalle testimonianze letterarie e giornalistiche per “viverne” il senso. Il testo si chiude con un reportage fotografico dell’autrice in terra romena, rielaborato poi in chiave artistica dalla matita di Mattia Frialdi, illustratore del presente volume. Le immagini assumono di volta in volta carattere simbolico, mostrando l’eredità e le contraddizioni che il regime ha lasciato in un Paese in cui tradizione e modernità cercano di integrarsi in un percorso non sempre conforme alle previsioni economico-politiche degli statisti europei.