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“Quel Mulino” è un racconto di carne e di sangue, d’amore e di morte, di riscatto e di speranza ambientato nelle campagne di Rossano calabro prima che i contadini morissero alla loro identità meravigliosa e dolente per l’anonimato nelle grigie fabbriche del nord.
L’autore racconta quell’universo di colori e fragranze, di amori e di vita con gli occhi di un bambino strappato al suo giardino incantato.
Rolando Rizzo lasciò quel mondo nel 1958, quattordicenne, affamato, cencioso e analfabeta, per diventare aiuto giardiniere in una Villa Medicea del ‘400 disegnata da Michelozzo. Animo
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Produktbeschreibung
“Quel Mulino” è un racconto di carne e di sangue, d’amore e di morte, di riscatto e di speranza ambientato nelle campagne di Rossano calabro prima che i contadini morissero alla loro identità meravigliosa e dolente per l’anonimato nelle grigie fabbriche del nord.

L’autore racconta quell’universo di colori e fragranze, di amori e di vita con gli occhi di un bambino strappato al suo giardino incantato.

Rolando Rizzo lasciò quel mondo nel 1958, quattordicenne, affamato, cencioso e analfabeta, per diventare aiuto giardiniere in una Villa Medicea del ‘400 disegnata da Michelozzo. Animo tendenzialmente ateo si trasformò in uomo di fede, analfabeta sino ai 21 anni fu segnalato come poeta da Mario Luzi. Dopo un lungo girovagare, ritornò alla Villa Medicea come professore di teologia.

Dopo la pubblicazione di numerosi lavori di divulgazione e narrativa teologica, nel 2007 pubblica sotto altro titolo questo primo romanzo salutato come un capolavoro a cui seguiranno Il Viaggiatore, Il Terzo Treno, Cieli Tamarri, Il Nulla e l’Incanto, Il Principino Scomparso...

*** Recensioni

Pierantonio Zavatti, pres. “Oscar Romero” di Forlì
Una poeticità descrittiva e narrativa che incanta.

Rosanna Ricci de Il resto del Carlino
È un libro di avvincente lettura perché nessun episodio risulta banale.

Cataldo Russo, pres. del Gerolamo Cardano di Milano
Rolando Rizzo usa la penna con la stessa abilità con cui i grandi pittori impressionisti francesi usavano i pennelli e dosavano i colori.