Le vicende e le persone descritte in questo romanzo sono frutto di fantasia, per quanto gli eventi raccontati si ispirino a un episodio delittuoso realmente accaduto, l’omicidio del giovane iscritto al Fronte della Gioventù Sergio Ramelli, sprangato a morte da militanti di Avanguardia Operaia: ma tale rifacimento è solo per contestualizzare e dare veridicità al romanzo che si svolge ai giorni nostri. L’”escamotage” narrativo è dato dal fortuito ritrovamento di un vecchio libro semisconosciuto: “Il fiore spezzato”, che narra di un odioso omicidio politico commesso negli anni Settanta. A ritrovarlo è una giovane donna, che per uno scherzo del destino è l’ignara moglie di un protagonista di quegli anni e di quel fatto. Dice l’Autore nell’Introduzione: «(…) Non scrivo questo per cercare assoluzioni o simpatie, ma soltanto per spiegare che le vicende di cui mi sono impossessato per dare vita ai miei personaggi, mai esistiti in questo mondo, e che ho in parte modificato secondo i capricci della mia fantasia, non sono usate allo scopo di sostenere tesi o partigianerie, ma solo per cercare di esplorare in un romanzo le infinite possibilità dell’agire umano. Un agire che spesso ci fa accalorare come tanti burattini, senza però farci mai scoprire dove sia il burattinaio».