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Un progetto dell'associazione culturale Arte Grande Guerra. Redatta in prima persona da un giovane ufficiale d'artiglieria della 650ª batteria d'Assedio, questa testimonianza racconta le vicende piccole e immani della seconda fase della Grande Guerra italiana, a partire dal 29 ottobre 1917, con il resoconto delle confuse giornate che fecero seguito alla rotta di Caporetto, sino al termine del conflitto, transitando per capitali eventi militari quali la battaglia del solstizio e la battaglia di Vittorio Veneto. Ma "Quella cosa grande (o fetente) che è la guerra" è anche - e soprattutto - una…mehr

Produktbeschreibung
Un progetto dell'associazione culturale Arte Grande Guerra. Redatta in prima persona da un giovane ufficiale d'artiglieria della 650ª batteria d'Assedio, questa testimonianza racconta le vicende piccole e immani della seconda fase della Grande Guerra italiana, a partire dal 29 ottobre 1917, con il resoconto delle confuse giornate che fecero seguito alla rotta di Caporetto, sino al termine del conflitto, transitando per capitali eventi militari quali la battaglia del solstizio e la battaglia di Vittorio Veneto. Ma "Quella cosa grande (o fetente) che è la guerra" è anche - e soprattutto - una profonda ricognizione sugli effetti perniciosi del primo conflitto globale sulla psiche del singolo combattente, approccio che favorisce l'irrompere nel testo di una sorta di dimensione mitico-inconscia, concretizzatasi in sporadici, ma pregnanti, riferimenti alla vicenda di Pinocchio. E la metamorfosi del protagonista della favola di Collodi, letta in un'accezione ribaltata e connotata in negativo, riesce sorprendentemente a manifestare la brutale e alienante condizione del combattente, costretto a mutare natura per sopravvivere. Una narrazione moderna, vitalissima e illuminante che poteva esserci donata solo da uno di quei "ragazzi del '99" su cui una diffusa retorica ha riversato e riversa fiumi d'inchiostro stantio. A ormai un secolo dai giorni terribili della Grande Guerra, uno di loro ci fa avere finalmente la "sua" versione dei fatti.