Nelle sue poesie, Gaia Tanara porta allo scoperto la contraddizione in termini dell’amore: due persone distinte, ognuna con il suo vissuto, la sua personalità e la sua individualità, che si fondono completamente cercando tuttavia di rimanere sé stesse. Il reciproco abbandonarsi e poi la fine della passione, che porta con sé sensazioni di smarrimento, solitudine, finanche di impotenza. Tutto questo viene esplorato dalla nostra giovane autrice, che mostra un’incredibile consapevolezza nell’indagare i sentimenti, riuscendo poi a riportarli in versi.
Gaia Tanara ha 22 anni e vive in un paesino sperduto in provincia di Verona. Consegue il diploma di indirizzo scientifico delle scienze applicate, per poi capire che le materie come matematica, fisica e chimica non fanno per lei. Si iscrive quindi alla facoltà di lettere di Verona per poi, dopo due anni, passare al DAMS di Padova, tutto questo continuando a lavorare come ha sempre fatto da dopo il diploma. Per quanto riguarda le sue poesie, nate un po’ per gioco, ha sempre saputo di voler fare qualcosa legato alla scrittura, ma pensava sarebbe stato più nella direzione di un romanzo. Inizia ad annotare i propri pensieri a partire dai 16 anni circa, e da lì non ha più smesso, a volte scrivendo cose troppo superficiali, altre invece soddisfacendo la voce critica che le rimbomba in testa. Fatto sta che qualsiasi cosa le passasse per la mente, lei la scriveva nelle note del telefono se aveva fretta, altrimenti su qualsiasi pezzo di carta si trovasse sotto mano. Queste poesie non sono state pensate per essere lette; pochissime persone l’hanno fatto, ma pensa – e spera – che qualcuno possa rivedersi nelle sue parole.
Gaia Tanara ha 22 anni e vive in un paesino sperduto in provincia di Verona. Consegue il diploma di indirizzo scientifico delle scienze applicate, per poi capire che le materie come matematica, fisica e chimica non fanno per lei. Si iscrive quindi alla facoltà di lettere di Verona per poi, dopo due anni, passare al DAMS di Padova, tutto questo continuando a lavorare come ha sempre fatto da dopo il diploma. Per quanto riguarda le sue poesie, nate un po’ per gioco, ha sempre saputo di voler fare qualcosa legato alla scrittura, ma pensava sarebbe stato più nella direzione di un romanzo. Inizia ad annotare i propri pensieri a partire dai 16 anni circa, e da lì non ha più smesso, a volte scrivendo cose troppo superficiali, altre invece soddisfacendo la voce critica che le rimbomba in testa. Fatto sta che qualsiasi cosa le passasse per la mente, lei la scriveva nelle note del telefono se aveva fretta, altrimenti su qualsiasi pezzo di carta si trovasse sotto mano. Queste poesie non sono state pensate per essere lette; pochissime persone l’hanno fatto, ma pensa – e spera – che qualcuno possa rivedersi nelle sue parole.