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La famosa teoria della "piramide rovesciata", enunciata da Borochov, sembra raffigurare il problema dell'ebraismo diasporico novecentesco: quello di essere troppo "aleatorio" e poco "radicato" a terra, di essere, in altre parole, "irredento". Il problema del radicamento, e quindi della "redenzione" ebraica, può essere risolto, secondo l'autore, unicamente creando uno stato ebraico in Palestina, dove capovolgere la piramide e normalizzare la vita del popolo ebraico, cioè ampliando lo spettro sociale attraverso una classe di contadini e operai. La teoria della questione nazionale, basata sul…mehr

Produktbeschreibung
La famosa teoria della "piramide rovesciata", enunciata da Borochov, sembra raffigurare il problema dell'ebraismo diasporico novecentesco: quello di essere troppo "aleatorio" e poco "radicato" a terra, di essere, in altre parole, "irredento". Il problema del radicamento, e quindi della "redenzione" ebraica, può essere risolto, secondo l'autore, unicamente creando uno stato ebraico in Palestina, dove capovolgere la piramide e normalizzare la vita del popolo ebraico, cioè ampliando lo spettro sociale attraverso una classe di contadini e operai. La teoria della questione nazionale, basata sul correttivo delle "condizioni di produzione", enuncia un importante distinguo tra appartenenza di classe (orizzontale) e concezione della nazione (verticale), ancora oggi adeguata a capire le differenti problematiche della globalizzazione. Per la prima volta è disponibile in lingua italiana il lavoro di un grande intellettuale ebreo del secolo passato, dove il problema della lingua (fondamento di ogni movimento autonomista) viene sintetizzato al meglio con quello della cultura e della "pancia".