Un viaggio solitario per una donna costituisce un'occasione straordinaria per assaporare se stessa, conoscersi meglio, respirare la propria libertà, affinare empatia e spirito di osservazione. A volte basta una passeggiata dietro casa perché spesso si parte da ciò che è noto e rassicurante. Basta modificare lo sguardo, esercitare l'attenzione per programmare itinerari sempre più complessi. Si impara così a organizzare il bagaglio, a cenare da sole, ad affrontare situazioni che mettono alla prova. Si sperimentano la paura, la rabbia, momenti di sconforto, di gioia e di incontenibile entusiasmo. Un viaggio solitario è tanti viaggi insieme che, a cascata, coinvolgono coloro che ti attendono al ritorno. Percepita come una sorta di strega contemporanea e come una mina vagante, la donna che viaggia sola, soprattutto se con una famiglia a casa, innesca una miriade di interrogativi: che cosa ne pensano tuo marito e i tuoi figli? Non hai paura? Come ti organizzi concretamente? E… soprattutto, perché lo fai? Questo libro vuole essere, dunque, una storia narrata di emozioni, immagini, luoghi, incontri, sentimenti, consigli pratici e magari lo stimolo per altre viaggiatrici. "C'era un gatto una sera di fronte al Santo Sepolcro. Eravamo io, lui e un turista rumeno. Da poco la chiesa era stata chiusa. La piazza deserta e il gatto se ne stava lì davanti al sagrato..."
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