Rapsodia è una composizione delirante, ad ogni angolo una forma inconscia ricostruisce un’immagine simile a un carcere, attraversando le infinite scale (costruzioni) della mia mente. Lo spazio inizia a figurarsi simile a una casa di cura per malati di igiene mentale dove, la mia possibilità di amarmi, sembrerebbe essere arrivata al limite, è proprio il desiderio di trovare una nuova esistenza, una terra nuova dove crescere, a farmi esplorare i meandri dell’infanzia fino a giungere a una nuova idea di me stessa: il passato è alle porte, l’odio ha la mia stessa identità, se voglio vivere davvero dovrò fare una scelta. L’oblio, paralisi cerebrale tanto agognata quanto una vita “normale”, oppure perseguire i miei più profondi turbamenti fino a trovare risposta ad essi, invertendo il tempo dentro me stessa fino a ricongiungermi con ciò che vorrei essere e che se mi impegno, sono… Che cosa avrò scelto? Ho una passione per i turbini… Se alla fine di questo libro sarò sveglia, allora potremo dire che la nostra Alice oscura sarà riuscita nel suo intento. Per ora vi avverto che la mia guerra personale è iniziata, e in questi giorni di astio mondiale dove così tante persone soffrono tutti i giorni, se qualche demone mentale morirà, non staremo qua a piangerne, perché l’importante è riderne, alla fine di tutto, dopo tutti quanti.