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«Quella notte, serrati che furono i portoni ai musei, aperte ai canali le chiuse, nel preciso istante in cui Zazá pazientemente mi insegnava come la predazione potesse essere subdola o violenta – lontana, oltre che ignara, l’altrui coscienza che altrove ora dormiva, o che all’irrigazione dei fondi ai lumi delle lanterne presiedeva – io stavo là, con lei soltanto, nei miei paludosi smarrimenti, nel silenzio che c’è mille metri sotto a quei medesimi orti, quegli stessi letti, quei musei, domandando a me stesso se anche alla rassegnazione delle carni potesse essere concessa quell’identica duplice…mehr

Produktbeschreibung
«Quella notte, serrati che furono i portoni ai musei, aperte ai canali le chiuse, nel preciso istante in cui Zazá pazientemente mi insegnava come la predazione potesse essere subdola o violenta – lontana, oltre che ignara, l’altrui coscienza che altrove ora dormiva, o che all’irrigazione dei fondi ai lumi delle lanterne presiedeva – io stavo là, con lei soltanto, nei miei paludosi smarrimenti, nel silenzio che c’è mille metri sotto a quei medesimi orti, quegli stessi letti, quei musei, domandando a me stesso se anche alla rassegnazione delle carni potesse essere concessa quell’identica duplice opportunità». Opera composta tra il 2004 e il 2016, Ravavindrano racconta il delirante approdo di Aliante Novinto al proprio annegamento. D’altro canto, Ravavindrano può declinarsi quale paradigma dell’inconcludenza, un’intima e travagliata rappresentazione della incompiutezza di qualsivoglia declinazione dell’essere. In definitiva ed in buona sostanza, Ravavindrano non vuol dire niente. Antonio Valenti Nasce a Reitano, in Sicilia, nel 1970. Nel 2004 pubblica la sua prima antologia di racconti, Sali in macchina a dirmi (venti cose brevi). Nel 2016, insieme al padre Nino, pubblica la raccolta di poesie ioitumi (noilè). è ideatore di PsychoLand – visions of elsewhere (www.psycholand.it).