Per le accademie francesi gli anni della Rivoluzione Francese saranno di ripiegamento, l’età della scoperta delle illusioni. Le accademie, che hanno servito il Re, possono cambiare finalità e abbracciare una diversa società? La Convenzione, che tiene poco conto dei problemi della provincia, pone comunque fine alle discussioni tra accademici favorevoli e detrattori: le chiude perché istituzioni del Re. Ormai, all’alba della Rivoluzione, si è realizzata la Repubblica delle Lettere: con le accademie, che non si sono mai confuse con la società né tra loro, ma anche con il particolarismo delle massonerie e la miriade di altre associazioni culturali, oltre che con la diffusione delle riviste e della corrispondenza tra intellettuali.Anche sulla diffusione dei lumi, la lezione accademica non può che essere di compromesso: tenta continuamente un equilibrio tra la tradizione e l’innovazione, tra le stravaganze dell’umanesimo e la scienza, tra il divertimento letterario e l’utilitarismo. L’accademismo dei lumi provinciali non poté scegliere tra due tipi di società: quello tradizionale, degli ordini delle compagnie e dei corpi, aristocratico per essenza e religioso nelle sue certezze; e quello innovatore ed egalitario, votato al trionfo dell’avvenire, fondato sulla monarchia amministrativa e sull’ascesa delle nuove classi consapevoli del proprio valore, essenzialmente laicizzato e razionale.