Tarcisio Borrelli, giovane dirigente con la passione per l’investigazione, torna in campo per risolvere un nuovo caso di omicidio e il corollario di enigmi che l’accompagnano. Torino, la sua città, cambia rapidamente come in un film in time-lapse: il volto industriale cede il passo alle linee futuristiche del terziario avanzato, ma il processo non è indolore. Come un serpente in fase di muta, la capitale sabauda sfoggia la nuova divisa, ma si lascia dietro brandelli di umanità disillusa e senza speranze. Borrelli dovrà districarsi in un microcosmo affollato di nuovi emarginati, tra le viuzze del centro storico. È proprio nel tracciato ortogonale del Quadrilatero Romano, la culla di Torino, che il protagonista svilupperà la sua complessa partita a scacchi. Giocherà le sue mosse con determinazione, tra fughe in avanti, entusiasmo e scoramenti. Come dice il barbiere Pinìn: «Negli scacchi il re si muove come un pedone qualsiasi, senza privilegi e compiendo un passo per volta. L’unica differenza è che sua maestà può tentare di scampare alla sorte spostandosi in tutte le direzioni. Il pedone, invece, procede sempre in avanti e la morte la guarda in faccia.»