Alfredo Reichlin si pone il compito di riflettere sul futuro dell'Italia e, in particolare, sul crocevia della sopravvivenza e della trasformazione della democrazia in una dimensione europea. Quali sfide ci attendono per non finire inglobati in un mondo costruito su una "cittadinanza debole" e su una democrazia debole? Quali forze si devono attivare per rispondere al grave declino economico, etico-politico e morale in corso? Questi compiti stanno di fronte alle nuove classi dirigenti del Partito Democratico e della società italiana più in generale. Per assolverli, Reichlin ritiene necessario riflettere sulla nostra storia e sul nostro avvenire con lo scopo di rimettere in moto un Paese che si è fermato e che stenta molto più di altri a ripartire. Queste riflessioni sono rivolte a una nuova generazione cui spetta il compito di «operare per estendere il campo della libertà umana. Una libertà intesa sempre più come padronanza di sé e delle proprie capacità, come espressione, quindi, di quell'immenso potenziale di capacità, bisogni, idee, diritti, sogni che sta nel mondo».