Gli esseri umani sono senza dubbio la specie più invadente mai vissuta sulla Terra. In poche migliaia di anni si sono appropriati di più di un terzo delle terre emerse, occupandole con città, campi, pascoli, industrie e lasciandosi alle spalle un bel disastro: praterie devastate, foreste rase al suolo, falde acquifere prosciugate, scorie tossiche, inquinamento chimico, estinzioni di massa. Se potessero, le altre specie con cui dividono la Terra li caccerebbero a pedate senza esitare. “È difficile far comprendere qualcosa a qualcuno il cui stipendio dipenda dal fatto che non la capisca” scriveva Upton Sinclair. E in effetti se ipotizzassimo che tutti gli esseri umani smettessero di colpo di lavorare, consumare e depredare risorse e fossero deportati in un campo di rieducazione in una galassia lontana è molto probabile che la Terra, abbandonata a sé stessa, se la caverebbe benissimo, i campi e i pascoli tornerebbero a essere praterie e foreste, l’aria e l’acqua si purificherebbero dalle sostanze inquinanti e le strade e le città diventerebbero polvere. “La triste verità è che il paesaggio migliorerebbe notevolmente una volta usciti di scena gli esseri umani”, sostiene il biologo John Orrock. Quando abbiamo progettato questa raccolta umoristica volevamo contribuire a sensibilizzare i nostri simili inducendoli con l’ironia ad adottare comportamenti virtuosi e a sostenere politici che avessero come priorità quella di “salvare il pianeta”. Alla fine ci siamo resi conto che le cose non stanno proprio così e che non è la Terra che ha bisogno di “essere salvata”. Come diceva George Carlin, infatti, “il pianeta sta bene, è la gente che è fottuta”.